20 settembre 1903 - 20 settembre 2010

Il boato del Politeama non si è ancora spento

di Andrea Sini

Due mesi di riunioni operative, quasi tre di allenamenti durissimi. Poi finalmente, alla fine dell'estate, la presentazione ufficiale alla città. Sono almeno tre i passaggi significativi della storia della Torres, suddivisi nell'arco dell'anno 1903.

Si parte nel mese di aprile, quando un gruppo di giovani si riunisce in un magazzino di vicolo Bertolinis,nel cuore del centro storico: l'obiettivo è porre le basi per la fondazione di una società per l'educazione fisica. Quello stesso mese, in piazza D'Armi, Sassari conosce la sua prima partita di football, un'amichevole disputata tra una squadra di futuri fondatori della Torres e una selezione della Regia Marina.

La prima notizia in assoluto sulla storia della Torres compare sulla Nuova Sardegna proprio a metà aprile.


Società Educazione Fisica. In conformità all'incarico avuto, il prof. Ghera ha composto la commissione esecutiva, per la costituzione di una società di educazione fisica, che ieri stesso tenne seduta, nella quale venne deliberato di pubblicare il seguente appello ai cittadini:
"Convinti di fare opera patriottica, i sottoscritti, per mandato di molti cittadini, si sono uniti in comitato promotore per fondare in Sassari un'associazione per l'educazione fisica della gioventù. Essi fanno appello a tutti indistintamente perché concordi si uniscano a loro firmando le schede di adesioni, col proposito di costituire una società forte e numerosa, che risolva uno dei più interessanti problemi dell'educazione moderna.
Ghera prof.Pasquale, Moro avv.Pietro, Segni avv.Celestino, Berlinguer avv.Enrico, Marcellino avv.Gianuario, Satta geom.Antonio, Sotgia dott Giomaria, Andry Claudio, Berlinguer nob.Gavino, Delogu Battista, Rovasio Ruggero, Bassu Ermenegildo."

L'operazione riscuote un notevole successo e pochi giorni dopo vengono aperti i tesseramenti. I soci sono suddivisi in due categorie: soci attivi e figli di soci, che hanno "diritto all'educazione fisica" e sono tenuti i primi a pagare una quota mensile di una lira e di 50 centesimi i secondi. La seconda categoria è quella dei soci contribuenti, che versano una quota di ammissione di lire 1,50 e un'altra mensile sempre di lire 1,50, obbligatoria per un anno. Questi ultimi "amministrano la società, godono dei vantaggi di essa e si impegnano a pagare le quote dei loro figli".

La prima adunanza dei soci si svolge al teatro Civico: in quella occasione viene letto e approvato lo statuto, che si compone di 34 articoli. Tra maggio e giugno la società è praticamente cosa fatta: alla presidenza viene eletto Pasquale Ghera. I soci contribuenti sono 121, i soci attivi ben 265.

L'attività parte ufficialmente il primo luglio 1903. L'amministrazione affida momentaneamente alla Torres la palestra comunale di via Torre Tonda, libera sino alla riapertura delle scuole. Le sezioni sono cinque: ginnastica, ciclismo, scherma, podismo e canottaggio, quest'ultima con sede a Porto Torres.

Da un sondaggio tra i componenti del direttivo scaturisce il nome della neonata società: si chiamerà Sef Torres. Un altro sondaggio, stavolta aperto a tutti i soci, deciderà quale sarà la divisa sociale. Per diversi giorni, vengono esposte nel negozio Ferucci tre diverse divise. Tutte richiamano i colori "rosso-bleu": verrà scelta, quasi all'unanimità, quella con "calzoni bianchi, giacca bleu con risvolti rossi, fascia rossa e maglia nera".

Sulla maglia viene ricamato il simbolo della Torres, con un perfetto incrocio tra l'acronimo Sef e la T di Torres. Questo simbolo, su cui in epoca moderna era caduto l'oblio per diversi decenni, è stato recuperato negli anni scorsi dagli ultras del gruppo Nuova Guardia, che l'hanno riproposto su parte del loro materiale. Lo stesso simbolo, in concomitanza con il recupero della denominazione Sef Torres avvenuto questa estate, è stato riprodotto anche sulle maglie dell'Associazione Memoria Storica Torresina.

Il simbolo di rappresentanza scelto dalla società è però un altro: una torre coronata da un alloro e sormontata da un'aquila.

Dopo quasi tre mesi di durissimi allenamenti, gli atleti della Torres sono pronti: il 20 settembre 1903, al teatro Politeama (oggi Verdi), una folla in delirio assiste alle incredibili evoluzioni dei ginnasti torresini.

Tra i numeri più applauditi quello preparato dalla sezione ciclistica, con gli atleti che si cimentano in una lunga serie di difficilissime acrobazie sui pedali. E' un vero trionfo. La Torres ha conquistato Sassari e i sassaresi, impresa che non era riuscita negli anni precedenti alle altre due società sportive nate in città: la Società di ginnastica sassarese e la Josto.

Centosette anni sono passati tra soddisfazioni (tante) e cocenti delusioni (molte di più). La Torres, finita troppo spesso nelle mani di pessimi dirigenti e amministratori, per oltre un secolo ha portato con onore in tutta l'Italia la bandiera di Sassari. Mentre il resto della Sardegna si appassiona ai successi della squadra del Capo di sotto, la Torres continua con ostentazione e testardaggine a rappresentare solo e unicamente i colori della sua città. Per questo, soprattutto per questo, anche in epoche di paurose disgrazie sportive e di enormi delusioni (come come gli anni Quaranta e soprattutto l'ultimo lustro), la Torres resta l'unica vera fidanzata degli sportivi sassaresi.

© Andrea Sini - 2011 Associazione Memoria Storica Torresina

 

 

 

 

Aprile 1903: sulla Nuova Sardegna compare la notizia della nascita di una società per l'educazione fisica. Sono le prime righe in assoluto che la stampa dedica alla Torres

Gli originali delle prime foto della Torres, scattate il 20 settembre 1903 al teatro Politeama Verdi. Le due foto sono state recuperate ed esposte dall'Amst durante la mostra Carasci Abesthi

Il logo dell'Associazione Memoria Storica Torresina, che nella parte alta richiama i due simboli utilizzati dalla Torres sin dal 1903. A sinistra quello che compariva sulle divise, a destra quello utilizzato dalla società come stemma "di rappresentanza"

 

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