Da Marchisio a Tamponi: gli ex torresini passati alla panchina
Gli ex torresini passati dal campo alla panchina dell'Acquedotto

di Andrea Sini

Dal campo alla panchina, con in tasca un biglietto per la gloria. Sono numerosi, nella storia della Torres, i casi di ex giocatori rossoblù che una volta smessa la divisa da gioco si sono accomodati sulla panchina dell'Acquedotto per dirigere l'orchestra torresina. Soltanto due hanno fatto il percorso inverso, scendendo in campo solo dopo avere allenato la squadra. Qualcun altro ha persino fatto un salto triplo, transitando anche nella stanza dei bottoni della società, ma questa è un'altra storia.

Soltanto in due casi, un ex giocatore rossoblù passato poi alla panchina è riuscito a vincere il campionato con la Torres: Vanni Sanna nel 1981 e Roberto Ennas nel 2009.



Il primo istruttore di calcio approdato a Sassari è Pietro Marchisio, classe 1885, decoratore arrivato da Torino per una serie di importanti lavori, tra i quali il restauro del Teatro Civico. Marchisio, antenato di Pier Franco, a lungo preparatore atletico torresino in anni recenti, è il principale artefice della diffusione del football in città. In anni pienoristici come quelli di inizio Novecento, il suo ruolo di istruttore si confonde spesso e volentieri con quello di giocatore. Nel 1926 è la volta di Peppino Duce, che dopo avere indossato la casacca rossoblù resta in carica come trainer per due stagioni.

Nel 1928 arriva a Sassari Leonida Bertucci, tecnico proveniente dallo Spes Genova. Ex giocatore di buon livello, dimostrerà le sue abilità anche in campo: il 5 novembre 1928 Bertucci si toglie l'abito e indossa la divisa rossoblù. Contro l'Ilva, il gol decisivo porta proprio la sua firma.

Nel 1930-'31 a guidare la Torres, in due riprese differenti, sono due giocatori a tutti gli effetti: il sassarese Antonio Lecis e il piemontese Dario Gay.

Tempo un anno e a Sassari arriverà quello che secondo molti è il miglior trainer della storia della Torres. Si chiama Ferenc Plemich, è ungherese e come calciatore ha fatto spellare le mani ai tifosi del Bari e della Triestina. Il tecnico magiaro porta all'Acquedotto metodi di allenamento e di gestione moderni che porteranno alla Torres a un passo della promozione in serie B. Per lui c'è posto anche sul terreno di gioco: il 10 gennaio 1932, sul campo di Ascoli, Plemich vestirà la maglia rossoblù per un'unica presenza che rappresenta anche l'ultima partita ufficiale della sua onorevolissima carriera di calciatore.

Nel 1941 è la volta di Gigetto Marongiu, grande attaccante torresino negli anni Trenta. Dopo avere segnato 42 gol in 102 partite, giocate in rossoblù nell'arco di dieci campionati, Marongiu fisserà un ulteriore tassello in quella che è una vera e propria vita in rossoblù, allenando la Torres per sei stagioni.

Le sue orme verranno seguite nel 1946-'47 dall'eclettico Otto Sussarello, pentathleta e calciatore, già torresino a metà anni Trenta, e nel 1952-'53 da un'altra vera e propria leggenda rossoblù: Mario Serradimigni. Dopo una vita con la maglia della Torres (con un intermezzo in serie B a Pisa), Serradimigni andrà in panchina sul finire della stagione al posto di Ermanno Latella.

A metà del campionato di IV Serie 1956-'57, l'allenatore Cesare Migliorini viene cacciato: al suo posto, sino al termine della stagione, arriva Salvatore Arca, detto "Firumena", storico mediano torresino degli anni Quaranta, che in 11 anni ha onorato i colori rossoblù mettendo insieme 185 presenze. Per qualche mese, tra il '56 e il '57, all'Acquedotto torna a risuonare la frase che per tanto tempo i tifosi gli hanno rivolto quando in maglietta e pantaloncini mordeva le caviglie degli avversari: "Firume', dalli mattana!".

Nel 1972 la Torres, appena tornata in serie C, parte colp iede sbagliato e naviga in brutte acque. La dirigenza decide di darci un taglio e licenzia Antonio Colomban. Il suo posto è preso da un ex giocatore che, partendo da Alghero, ha fatto le fortune della Torres e del Cagliari: Vanni Sanna. Il compito di salvare la Torres non è facile, ma Sanna centra l'obiettivo e viene confermato per la stagione successiva. Grazie al suo fiuto arrivano in rossoblù da Palau due gemelli molto promettenti, Marco e Mario Piga, che hanno solo 16 anni. Sanna però è un uomo di calcio e non ha paura di schierarli titolari da subito. Qualcuno storce il naso, ma il 16 settembre 1973, nell'esordio in campionato, il Grosseto perde 1-0 all'Acquedotto. Il gol decisivo è di Marco Piga, servito dal fratello Mario. Con Vanni Sanna al timone i sassaresi riescono a esprimere un calcio altamente spettacolare, anche se la salvezza arriva solo nelle ultime giornate.

Sanna allenerà la Torres anche nella parte finale della stagione 1978-'79 e poi dal 1980-'81 (con la promozione in serie C) all'inizio del campionato 1982-'83 e ancora nel 1985-'86 tra le gestioni Albanese e Leonardi. Prima di diventare direttore sportivo rossoblù nel 1999, Vanni Sanna ha guidato la Torres anche nella seconda parte del campionato 1991-'92, il primo dopo il fallimento della gestione Rubattu. In una situazione di completo caos societario, il nuovo presidente Gianni Marrosu lo licenziò dal ritiro di Villanova Monteleone nell'estate 1992.

Nella stagione 1975-'76, in serie D, la Torres tocca uno dei punti più bassi della sua storia, evitando di precipitare in Promozione per un solo punto. Il terzo dei quattro avvicendamenti in panchina vede Stefano Perati affiancato da Martino Zaccheddu, portiere che per qualche tempo si dividerà tra il campo e la panchina rossoblù.

Nel 1977 c'è spazio anche per Umberto Serradimigni, fratello di Mario, uno dei più grandi sportivi mai espressi da Sassari e dalla Torres. La sua esperienza dura però poche partite.

La stagione 1983-'84 registra un altro grande ritorno: a Sassari, per sostituire Angelo Domenghini, ricompare il toscanaccio Roberto Balestri, detto "balilla", i cui dribbling funambolici avevano fatto spellare le mani dei tifosi dell'Acquedotto dal 1952 al 1955. L'ex pisano condurrà la Torres a un onorevole sesto posto in C2.

L'estate 1992, come detto, è quella del licenziamento di Vanni Sanna dal ritiro. Al suo posto viene chiamato Eppe Zolo, mediano formatosi nel vivaio rossoblù, che tra il 1963-'64 e il 1964-'65 mise insieme 19 presenze in serie C con la Torres di Federico Allasio. La fiducia accordatagli è ben riposta e Zolo centra al primo colpo la promozione in serie C2, dopo un esaltante inseguimento alla capolista Aquila, culminato nello spareggio del Flaminio di Roma. Zolo resterà in panchina sino al 1994-'95, prima di venire sostituito da Sibilia.

Nel campionato di C2 1996-'97, la situazione si mette subito male per la Torres, che dopo il ko di Sesto San Giovanni esonera Buccilli. La domenica successiva, contro la Solbiatese, in panchina va Mario Piga, che dopo una luminosa carriera in serie A era tornato a Sassari nel 1986-'87 per firmare con uno storico gol all'Alessandria la promozione in C1. Piga si professa grande conoscitore delle squadre meridionali (ma la Torres gioca nel girone nord...), si dimostra preparato ma un tantino pittoresco: i numeri di maglia con lui sono un'opinione, nel senso che (forse per confondere gli avversari) non rispettano alcuna logica legata al ruolo. Il 3 novembre 1996 il suo esordio in panchina è bagnato da un successo: il gol decisivo è di Francolino Fiori, attaccante schierato col numero 2... La salvezza comunque arriva e così anche la riconferma. A ottobre, però la società lo esonera chiamando Alberto Mari.

Nessun ex giocatore rossoblù ha allenato la Torres sino alla stagione 2008-'09. Dopo la caduta in Promozione, il nuovo presidente Leonardo Marras si affida a Roberto Ennas, attaccante entrato nel cuore dei tifosi negli anni 80. Dopo 5 stagioni in campo, con 146 presenze e 44 reti, Ennas va a sedere sulla panchina dell'Acquedotto e vince il campionato dopo una stagione condotta in testa dall'inizio alla fine. L'ex bomber non viene però confermato e dopo un breve tira e molla la società fa la sua scelta.

A guidare la Torres nella prossima stagione (in Eccellenza o, in caso di ripescaggio, in serie D), ecco un altro volto noto. In panchina ci sarà Michele Tamponi, torresino dal 1985-'86 al 1991-'92. Protagonista nella promozione in C1 del 1987, Tamponi è riuscito a riprendersi da un grave infortunio a un ginocchio riportato in un Torres-Casertana, per poi indossare in alcuni casi anche la fascia di capitano. Notevole il suo attaccamento alla maglia, professato in tempi non sospetti e dimostrato in parte anche in un curioso episodio che lo riguarda: nel 1987,durante un infuocato derby al Nespoli di Olbia, venne espulso per avere tirato due schiaffoni memorabili al compagno di squadra Poggi, che anzichè concentrarsi sull'azione si stava dilungando in inutili discussioni con un giocatore olbiese.

 

Bentornato, Michelino.

© Andrea Sini - 2009 Associazione Memoria Storica Torresina
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